mercoledì 11 gennaio 2012

Gran Premio di Gran Bretagna 2010

Commento al Gran Premio di Gran Bretagna 2010, scritto circa una settimana dopo lo svolgimento del gran premio stesso.

Commento al gran premio di Gran Bretagna: 11 luglio 2010
Eccomi qui in notevole ritardo a parlare del gran premio di Gran Bretagna. Tipo due giorni prima della gara abbiamo appreso con uno sconforto crescente che avremmo rivisto in pista nientemeno che Yamamoto. La cosa mi lasciava alquanto sconcertata, ma per fortuna ha iniziato a sentirsi la notizia che sarebbe comparso solo per il semplice Gran Premio di Silverstone. Nei giorni successivi si è scoperta la probabile ragione della sua presenza sulla griglia di partenza: il team manager si era incavolato dopo che l'uomo più furbo di tutti i tempi (che ufficialmente risponde al nome di Bruno Senna) gli aveva erroneamente spedito un'email indirizzata a non si sa bene chi, e in quell'email insultava il team manager stesso, cosicché era stato messo a piedi, inizialmente in via ufficiale. Altra ragione della presenza di Yamamoto è che pare che abbia portato come sponsor 5 milioni di euro che gli sono stati forniti da sua madre, una multimiliardaria proprietaria di varie cliniche in Giappone. A questo punto potrei sindacare sull'impiego che la signora Yamamoto fa dei propri soldi che potrebbe spendere meglio, ma lasciamo stare. Diciamo che mi sono messa il cuore in pace all'idea di rivedere The Yama-Man in pista e ho incrociato le dita affinché l'altro tornasse al suo posto in Germania (mi sono però scordata di incrociare le dita affinché Yamamoto non venisse messo al posto di Chandhok e quindi non ho portato a termine con troppa dedizione il mio obiettivo di sperare di non vedere più Yamamoto in pista fino a quando nel 2023 avrà 41 anni - ma perché scelgo sempre questa età??!! mistero... hi hi).
 Yamamoto ha fatto una qualifica decisamente perfetta e impeccabile: si è piazzato saldamente in 24^ posizione (cosa peraltro non particolarmente difficile dato che c'erano solamente 24 vetture in pista) distaccato di almeno un secondo dal compagno di squadra Chandhok che generalmente è lui a prendere secondi su secondi da tutti gli altri. Sono usciti tutti i piloti dei "nuovi team" già in Q1 (come solito) e oltre a loro la Toro Rosso di Alguersuari. In Q2 anche l'altra Toro Rosso è stata inesorabilmente fuori, avendo fatto l'ultimo tempo, e l'hanno seguita a ruota fuori dalla Q3 anche Petrov, Liuzzi (che poi verrà arretrato di 5 posizioni), Button, Hulk, Koby e Sutil. Ciò che naturalmente faceva più impressione era l'esclusione di Button su McLaren nel gran premio di casa e mi sorprende che nessuno iniziasse con la storia del paracarro che abbiamo sentito per un annetto buono. Non era mai capitato che si desse tanto peso alle parole del grande Flavio Gregoraccio (come soprannome non è niente male in effetti), che sinceramente non ho mai capito in che senso si possa paragonare un pilota a un paracarro.
Scatta la Q3. Per la Redbull va nel migliore dei modi, con Vettel che conquista la pole e con Webber che gli si piazza accanto dominando la prima fila. Sinceramente non era un risultato così sorprendente, dato che praticamente in ogni gara della stagione la pole si è quasi sempre decisa tra Seb e lo spilungone australiano (l'ha chiamato in questi termini anche Mazzoni, a fine gara, nel momento in cui Webber salendo sul podio si esibiva in un salto in stile canguro imbizzarrito - eh sì, ormai sono svaniti i bei tempi in cui a esibirsi in salti da canguro imbizzarrito era semplicemente Schumacher, nel corso degli ultimi anni l'ho visto fare a parecchi altri, ma ormai ci ho fatto l'abitudine, così come avevo fatto l'abitudine alle telecamere baciate con passione dai vincitori, cosa capitata l'ultima volta l'anno scorso quella volta in cui Barrichello vinse dopo secoli). Seguivano il Ferrari Man idolo incontrastato di tutti i ferraristi, il figlio adottivo di Ron Dennis, Rosberg, Kubica, il Ferrari Baby infine il trio dei giovincelli: El Barry, De La Rosa e il genio incompreso del motociclismo. Seguono quindi le polemiche innescate da Webber, che inizia a lamentarsi "non è giusto che l'ala anteriore nuova ce l'ha solo Vettel, se sapevo che le cose stavano così non avrei firmato il contratto, non è giusto che l'idolo più importante di questo pianeta è Chandhok e non sono io, ecc..." Direi però di non soffermarmi particolarmente su queste polemiche dato che non è mio intento scrivere un romanzo.
 Domenica 11 luglio (nell'anniversario esatto della frattura alla gamba di Schumacher l'11 luglio 1999 sempre a Silverstone - data che mi è rimasta impressa per averne parlato lungamente per una buona decina d'anni nei miei commenti) è scattata la gara. Ed è scattata molto bene per Webber e non altrettanto bene per Vettel, mentre i telecronisti vociferavano qualcosa a proposito di ipotetiche collisioni tra compagni di squadra in Redbull, cosa che ritengo alquanto improbabile. Ciò che sembravano non aver notato, mentre Vettel finiva in testacoda pressoché da solo compromettendo buona parte della propria gara, è che erano altri due i compagni di squadra che si stavano prendendo a sportellate fintanto che uno dei due perdeva quattro o cinque posizioni e l'altro precipitava in fondo, ancora più indietro di Vettel. Parlo del Ferrari Man e del Ferrari Baby, che però indossando una tuta rossa sono esonerati dai discorsi a proposito di collisioni tra compagni di squadra, in quanto innalzati a divinità intramontabili dell'automobilismo e impossibilitati a commettere la benché minima sbavatura.
Oops...! Sono stata io a fare una sbavatura. Intendo dire che il Ferrari Man è la divinità incontrastata e intramontabile dell'automobilismo che vincerà tutti i titoli da qui a quando avrà cinquant'anni (sempre che riesca a competere con Barrichello e Schumacher gli intramontabili che probabilmente gareggeranno in Formula 1 fino a sessant'anni!!!!!), mentre il Ferrari Baby è un soggetto di cui buona parte della popolazione ignora l'esistenza. Quindi una divinità perfetta e un soggetto inesistente è chiaro che non possono entrare in contatto. Quindi a giusta ragione nessuno ci ha fatto caso.
Nel frattempo le cose si mettono stabili, ma ancora per poco. Improvvisamente il Ferrari Man che è dietro a Kubica sempre per l'avere perso parecchie posizioni al via, ecco che si avvicina notevolmente al pilota della Renault. Il pilota della Renault è palesemente più lento, quindi non c'è nemmeno bisogno che l'intero mondo insorga per via del fatto che non gli fa strada. Alonso completa il sorpasso nel giro di qualche istante. Però c'è un problema: in quell'istante in cui ha sorpassato ha tagliato notevolmente una chicane, cosa che sembra sfuggire a lui che non restituisce la posizione, al team che non gli comunica via radio che deve restituire la posizione, e per il momento anche ai commissari di gara che probabilmente sono troppo impegnati a giocare a briscola per pensare a che cosa sta succedendo.
Dopo innumerevoli giri, mentre Alonso ha già staccato Kubica di talmente tanto che si può girare indietro a salutarlo con la mano e dirgli "ci si rivede sul traguardo", pare che nessuno si ricordi più del sorpasso con chicane tagliata in mezzo. A dire la verità forse chi sostiene che sulla penalità si poteva chiudere un occhio e bendarsi l'altro non aveva proprio tutti i torti. Però il passato ci ha mostrato che ci sono state penalità ben più ridicole e ve ne cito un paio: nel 2008 Bourdais fu penalizzato con un drive through per essersi difeso durante un sorpasso, a detta dei commissari in modo troppo accentuato; nel 2009 a Rosberg capitò di sbandare sulle gomme non ancora in temperatura mentre usciva dalla corsia dei box, fu palesemente svantaggiato già di suo, ma venne penalizzato perché mentre sbandava aveva calpestato la linea bianca della corsia box.
Quindi tutto sommato la penalità ci poteva stare. Anche perché in Ferrari, con un minimo d'intuito, potevano capire prima che fossero passati dieci giri o quindici che restituire la posizione a Kubica era la cosa da fare. Tanto, visto quanto era lento Kubica, Alonso poteva superarlo di nuovo. E invece no... Dopo quel canonico tempo che era servito ai commissari di gara per terminare il torneo di briscola, hanno deciso che la posizione andava restituita. Il caso ha voluto che in quel momento Kubica fosse ai box a ritirarsi. Di conseguenza la cosa è stata convertita in drive through. Intanto De La Rosa disseminava di detriti tutta la pista dopo una collisione senza che nessuno, per il momento, muovesse un dito per far entrare la safety car.
Vorrei segnalare che se Alonso fosse stato fatto rientrare al giro successivo alla comunicazione della penalità, viste le distanze abissali che c'erano ormai tra un pilota e l'altro, avrebbe perso a dir molto un paio di posizioni. E invece no. In Ferrari hanno deciso di aspettare finché era possibile aspettare, nonostante la pista fosse piena dei pezzi di una Sauber. Se fossi stata un commissario di gara avrei pensato: "dovevate darvi una mossa, adesso vi attaccate al tram". Probabilmente è stato quello che hanno pensato ed è entrata la safety car. In poche parole spiego in una sola frase com'è andata a finire la gara del Ferrari Man: è precipitato indietro di una marea di posizioni, è stato per tempo immemorabile dietro una Force India con cui è entrato in lieve collisione, è finito di nuovo indietro e ha concluso con un risultato che riempiva di gioia la Santander in quanto in extremis ha soffiato una posizione al compagno di squadra. Insomma, dopo tante peripezie riusciva nella storica impresa di arrivare ben 14°. 
Direi di tralasciare le dichiarazioni della Ferrari, dato che non mi paiono di grande rilevanza in questo contesto, e di occuparmi delle Redbull. Webber ancora dominava, mentre Vettel lentamente era risalito dopo la safety car fino alla zona punti nonché fino alla 7^ posizione che Sutil, Schumacher e Hulkenberg tentavano con scarso successo di strappargli sul finire della gara.
Nel frattempo in zona podio c'erano anche Hamilton e Rosberg, con Button che era 4° avendo rimontato praticamente di 10 posizioni dal momento del via, ovvero interpretando molto meno del solito il ruolo del paracarro. A seguire c'era Barrichello di nuovo in posizioni alte dopo la gara a Valencia, nonché Kobayashi che giungeva 6° diventando eroe della giornata. A seguire i quattro che ho già detto.
QUALIFICHE: 1) S.Vettel (RB), 2 M.Webber (RB), 3 F.Alonso (Ferrari), 4 L.Hamilton (Mcl), 5 N.Rosberg (Mercedes), 6 R.Kubica (Renault), 7 F.Massa (Ferrari), 8 R.Barrichello (Williams), 9 P.De La Rosa (Sauber), 10 M.Schumacher (Mercedes), 11 A.Sutil (Force India), 12 K.Kobayashi (Sauber), 13 N.Hulkenberg (Williams), 14 J.Button (Mclaren), 15 V.Liuzzi (Force India)*, 16 V.Petrov (Renault), 17 S.Buemi (TR), 18 J.Alguersuari (TR), 19 H.Kovalainen (Lotus), 20 T.Glock (Virgin), 21 J.Trulli (Lotus), 22 L.Di Grassi (Virgin), 23 K.Chandhok (Hispania), 24 S.Yamamoto (Hispania)    *: retrocesso di 5 posizioni, ma non ne ricordo il motivo
RISULTATO: 1 M.Webber (RB), 2 L.Hamilton (Mcl), 3 N.Rosberg (Mercedes), 4 J.Button (Mcl), 5 R.Barrichello (Williams), 6 K.Kobayashi (Sauber), 7 S.Vettel (RB), 8 A.Sutil (Force India), 9 M.Schumacher (Mercedes), 10 N.Hulkenberg (Williams), 11 V.Liuzzi (Force India), 12 S.Buemi (TR), 13 V.Petrov (Renault), 14 F.Alonso (Ferrari), 15 F.Massa (Ferrari), doppiati di 1 giro 16 J.Trulli (Lotus) e 17 H.Kovalainen (Lotus), doppiati 2 giri 18 T.Glock (Virgin), 19 K.Chandhok (Hispania), S.Yamamoto (Hispania), RITIRATI: J.Alguersuari (TR), P.De La Rosa (Sauber), R.Kubica (Renault), L.Di Grassi (Virgin)

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