giovedì 25 maggio 2017

Il vuoto cosmico, le scene da One-One-One!!!111!!!11!!! e il trionfo di Juan-Juan-Juan!!!11!!!!

Nella vita di un'appassionata/o di motorsport può capitare che, all'improvviso, ci sia una sensazione di vuoto cosmico.
Sforzatevi di seguire il mio ragionamento. A volte capita che ci siano gare che abbiamo guardato e che magari ci sono anche piaciute, ma delle quali, a distanza, ci è rimasto poco. Parlo di quelle volte in cui affermiamo che la gara è stata emozionante, ma quello che vogliamo dire in realtà è semplicemente che è stata una gara ricca di colpi di scena, che avrebbe potuto effettivamente emozionarci, se solo l'avessimo vissuta in modo diverso.
C'è stato un momento, durato peraltro anche abbastanza a lungo, in cui è stato questo il mio approccio al motorsport. In quel periodo ho scritto cronache serie e commenti ironici, ma se ripenso a quegli eventi ci ripenso in modo diverso rispetto ad altri eventi.
Non parlo tanto della distinzione tifosa / appassionata, né del fatto che penso che talvolta sia inevitabile lasciarsi travolgere di più del dovuto da questo o quell'altro, nonostante non sia qualcosa che desideriamo. Quando approdai in rete, nel lontano 2009, affermavo di non essere tifosa di nessuno dei piloti dell'epoca. Non era solo l'immagine che volevo dare di me, era anche quello che aspiravo ad essere. Purtroppo ci ho messo un po' di tempo, prima di riuscirci. Purtroppo ho attraversato l'epoca in cui era consentito adorare e idolatrare Alonso in rosso ed era altrettanto consentito detestare Alonso in rosso, ma era vietato essere troppo positivi o troppo negativi nei confronti di chiunque altro, se non in funzione di portare su un piedistallo gente tipo Hamilton o Button perché all'epoca la McLaren era ritenuta irrilevante (per gli standard dell'epoca lo sembrava...) o criticare gente vista come inconcludente, tipo Grosjean o Maldonado, o in alternativa Perez o Gutierrez.

Quell'epoca è passata, ma credo che abbia lasciato qualche strascico.
E' passata tanta acqua sotto ai ponti, ma provate ad avere l'atteggiamento di idolatria nei confronti di qualcun altro e non verrete considerati altro che dei fanboy, mentre provate ad avere quello stesso grado di avversione e verrete visti come degli hater incalliti.
L'epoca di Ferniiii ferrarista credo che sia stata al contempo la più semplice e la più complicata in cui allacciare rapporti con gli altri fanatici di motori della rete.

Poi c'era, c'è e ci sarà la Indycar, la serie in cui agli occhi di noi europei non conta niente il colore delle monoposto, il colore della tuta di questo e il colore della tuta di quest'altro.
C'è la serie in cui quando accade qualcosa che ti fa piacere anche come tifosa e non solo come appassionata non ti senti nemmeno in colpa, perché non ci sarà nessuno a farti sentire in colpa. Non è Formula 1, nessuno dà e nessuno toglie nulla alla Ferrari... E' così che funziona, ma appunto per questo ti senti libera di vivere le emozioni che stai vivendo, senza chiederti se sono giuste o sbagliate. Non sono né giuste né sbagliate, è quello che ti senti dentro.
Poi magari va a finire così, che a mettere fine, almeno per una sera, alla tua sensazione di vuoto cosmico altri non è che un pilota che quando correva in Formula 1 ti stava anche abbastanza sulle scatole, ma che all'improvviso ti fa provare quello che in tanti altri non ti hanno mai fatto provare. Non puoi farci niente, perché non sei tu a scegliere di provare quelle sensazioni, ma l'impressione è che quelle sensazioni abbiano scelto te.
Davanti al computer, davanti alla gara che stai vedendo in streaming e in low quality, con l'audio leggermente sfasato dal video, ti viene quasi da urlare. Ti viene da pensare che c'è una cosa che desideri con tutta te stessa e che quella cosa che desideri con tutta te stessa è che a tagliare il traguardo da vincitore sia Juan Pablo Montoya. Ne manca ancora, di tempo. Ci saranno almeno altri venti o trenta minuti di gara, venti o trenta minuti che passi in gran parte a dirti che non accadrà mai.
Poi, all'improvviso, tutto inizia ad esserti chiaro. Questa è la volta buona, è la volta in cui sta per succedere l'ultima cosa che desideravi che succedesse.
Il finale è al cardiopalma, uno dei finali più al cardiopalma che tu abbia mai visto, perché la Indy 500 è così, non è come in Formula 1, dove chi non vince porta comunque a casa qualcosa. La Indy 500 non può essere paragonata a nessun gran premio di Formula 1, nonostante i parallelismi con Montecarlo. Chi vince la Indy 500 è in automatico uno dei grandi del motorsport. Chi vince il GP di Montecarlo e magari di cognome fa Panis o Trulli è e resterà uno dei tanti. La Indy 500 è vissuta come tutto o niente e l'impressione, per te che la guardi, è che davvero sia tutto o niente. E' passato molto tempo dall'ultima volta in cui tifavo qualcuno che poteva puntare regolarmente al podio e occasionalmente alla vittoria, in Formula 1. Era l'epoca in cui arrivare sul podio era sempre meglio che non arrivarci e che arrivare secondo era meglio che arrivare terzo. Era l'epoca in cui non tutte le gare potevano concludersi con una vittoria e anche i secondi e i terzi posti, o anche dei miseri punti, potevano essere significativi per il campionato. Di fatto l'ultima volta in cui ho davvero tifato per un pilota che poteva puntare alla vittoria, a fine anno ha perso il mondiale per un punto, dimostrazione che tutti i punti erano preziosi. Guardando la Indy 500 i punti sono l'ultima cosa a cui pensi. Un secondo posto è ancora più deludente di un ritiro o di un arrivo nelle retrovie. Al ritiro e all'arrivo nelle retrovie ci si rassegna. Vedere l'obiettivo lì davanti e non vederlo concretizzare è un po' come il Malehhhh Assolutohhhh.

Questa è la traduzione in italiano del primo commento che feci (su Tumblr) dopo che Montoya tagliò il traguardo da vincitore:

Okay, ho iniziato a sentire qualcosa mezz'ora fa e non più tardi di quindici minuti fa pensavo davvero che fosse impossibile, poi Juan Pablo è andato in testa di nuovo a tre giri dalla fine ed ero piuttosto scioccata, ho iniziato a urlare "per favore, vinci, tu sei quello che ha tenuto testa a Michael Schumacher nella tua seconda gara in F1, devi vincere questa."
OMG, il mio cuore batteva così forte, non ricordo quando sono stata altrettanto eccitata guardando una gara di automobilismo e quando l'ho sentito urlare alla radio mi sono chiesta come potessi essere un'hater di questo ragazzo adorabile.
Oh, aspetta, sto davvero dicendo che Montoya è un ragazzo adorabile? Okay, la mia vita è già fottuta!


Credo che renda abbastanza bene le idee a proposito di come mi sentissi in quel momento. Non sono certa che una simile emozione si potrà mai ripetere, qualunque cosa accada.

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