mercoledì 14 giugno 2017

Auguri, Dr Miller!

Il mondo del motorsport è vasto abbastanza da rendere piuttosto facile trovare soggetti di un certo livello, che meritano di essere considerati con attenzione. A volte, però, bisogna affinare la ricerca, indirizzandosi verso serie specifiche. Una miniera d'oro per i piloti che danno l'impressione di essere usciti dal nulla è la IRL all'epoca della scissione tra Indycar e Formula CART e, in particolare, uno di questi soggetti di un certo livello apparentemente usciti dal nulla è nientemeno che quello che venne alla luce il 14 giugno di cinquasei anni fa.

In realtà Jack Miller, omonimo del pilota di MotoGP vincitore dello scorso gran premio d'Olanda, non era esattamente uscito dal nulla: aveva debuttato in Indylights nel 1986 e ci aveva gareggiato per degli anni.
Aveva vinto qualcosa? Assolutamente no.
Era andato vicino a vincere qualcosa? Ugualmente no.
Giusto per fare un esempio, facendo un paragone tra Indylights e GP2, sarebbe un po' come avere in Formula 1 piloti che in GP2 non sono nemmeno mai saliti sul podio..
Tuttavia Jack Miller almeno in Indylights c'era stato e ci aveva gareggiato per anni (vincendo anche un campionato denominato B-Series Indylights, ma Wikipedia spiega che l'ha vinto perché usava un vecchio telaio più performante di quelli nuovi ed era l'unico), perché effettivamente nei primi anni dopo la scissione in Indycar si è vista anche gente che non era nemmeno passata da lì.

Jack Miller non era solo Jack Miller. No, era il Dr Jack Miller, e così era indicato testualmente il suo nome sulla sua vettura e nella grafica.
Era un dentista.
Aveva fin da bambino il sogno di diventare pilota ed era riuscito, in qualche modo, a realizzarlo.
Non solo: è anche riuscito a prendere parte, più di una volta, alla gara automobilistica più importante al mondo. All'esordio alla Indy 500, nel 1997, si è classificato 20°. E' stato il miglior risultato in quattro partecipazioni.
Per due anni ha gareggiato full time nella IRL, ottenendo come miglior risultato in gara un nono posto, che è stato il suo unico arrivo in top-ten.
In seguito ha gareggiato part-time, apparentemente perché gareggiare full-time non era compatibile con gli altri suoi impegni professionali, ritirandosi dalle competizioni dopo un infortunio avvenuto all'inizio del 2001.
Se non ci fosse stato l'infortunio, anche quell'anno avrebbe tentato di qualificarsi per la Indy 500.

Criticato dai più durante la sua carriera in Indycar perché non ritenuto al livello della serie, ad oggi quei pochi che se lo ricordano, lo ricordano con simpatia.

Buon compleanno, Dr Miller!

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