lunedì 1 gennaio 2018

La Formula 1 degli Anni '90: Review Stagione 1990

Review anni '90: 1990 | 1991 | 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 | 1999

Per la prima volta dopo nove stagioni consecutive, nel 1990 la Ferrari non ha portato i numeri 27 e 28. Con l'arrivo di Prost, campione del mondo 1989, sono arrivati i numeri 1 e 2 e, come da regolamento che prevede che lo scambio di numeri al passaggio del numero 1 da un team all'altro, i numeri 27 e 28 sono toccati alla McLaren.
La March è stata ribattezzata in Leyton House, mentre ha esordito un nuovo team: la Life, collezionista di quattordici mancate prequalificazioni.
È cambiato inoltre il sistema di punteggio: i risultati di tutti i gran premi e non solo gli undici migliori risultati sarebbero stati validi per la classifica piloti.
Il campionato è iniziato nel weekend dell'11 Marzo con il Gran Premio degli Stati Uniti. I piloti presenti all'inizio della stagione erano i seguenti:

FERRARI: Alain Prost - Nigel Mansell
TYRRELL: Satoru Nakajima - Jean Alesi
WILLIAMS: Thierry Boutsen - Riccardo Patrese
BRABHAM: Gregor Foitek - David Brabham
ARROWS: Michele Alboreto - Bernd Schneider
LOTUS: Derek Warwick - Martin Donnelly
OSELLA: Olivier Grouillard
LEYTON HOUSE: Mauricio Gugelmin - Ivan Capelli
AGS: Gabriele Tarquini - Yannick Dalmas
BENETTON: Alessandro Nannini - Nelson Piquet
SCUDERIA ITALIA: Gianni Morbidelli - Andrea De Cesaris
MINARDI: Pierluigi Martini - Paolo Barilla
LIGIER: Nicola Larini - Philippe Alliot
MCLAREN: Ayrton Senna - Gerhard Berger
LOLA LARROUSSE: Erc Bernard - Aguri Suzuki
COLONI: Bertrand Gachot
EUROBRUN: Roberto Moreno - Claudio Langes
ONYX: Stefan Johansson - J.J. Lehto
LIFE: Gary Brabham

A Phoenix si è svolto uno dei gran premi più noti dell'intera stagione 1990, purtroppo solo per quello che è successo in gara e non per quello che è successo nelle qualifiche. La Minardi, infatti, ha conquistato un storica seconda posizione e Martini è partito dalla prima fila accanto alla McLaren di Berger! Martini purtroppo è arrivato fuori dalla zona punti, mentre Berger si è ritirato. I protagonisti della gara, ad ogni modo, sono stati altri, nello specifico Jean Alesi e Ayrton Senna. I due sono stati protagonisti di lungo duello (durato comunque non più di due giri) al termine del quale Senna ha superato Alesi, che fino a quel momento era stato in testa. La Williams ha ottenuto il gradino più basso del podio, con Boutsen giunto al traguardo in terza posizione.
Il Gran Premio del Brasile è stato disputato il 25 Marzo, non più a Jacarapagua come accadeva negli anni precedenti, ma stavolta a Interlagos. Partito dalla pole position, Senna è rimasto lungamente in testa alla gara, per poi essere costretto a rientrare ai box dopo avere danneggiato la vettura in un incidente con Nakajima, durante un doppiaggio. Ha chiuso la gara in terza posizione dietro alla Ferrari di Prost e alla McLaren di Berger.
Il Gran Premio successivo è stato disputato sette settimane più tardi. Nel frattempo ci sono stati degli avvicendamenti: David Brabham ha preso il posto di Gregor Foitek alla Brabham, con il pilota svizzero che è passato alla Onyx al posto di Johansson, destinato a rimanervi finché, dopo il GP d'Ungheria, non si è ritirata dal campionato; Bruno Giacomelli ha sostituito Gary Brabham alla lentissima Life, altra scuderia che non è riuscita ad arrivare fino alla fine della stagione (è fallita dopo il GP di Spagna; Emanuele Pirro ha inoltre preso il posto di Gianni Morbidelli alla Dallara Scuderia Italia. Morbidelli sarebbe tornato al volante per i due GP conclusivi in Minardi al posto di Paolo Barilla. Facendo un passo indietro, già a Interlagos Schneider non era più al volante della Arrows, sostituito da Alex Caffi. Quest'ultimo ha disputato tutto il resto della stagione, eccetto il GP di Spagna, nel quale è tornato in pista proprio Schneider.

Al Gran Premio di San Marino Senna è partito di nuovo dalla pole position, ma si è ritirato quasi subito per problemi tecnici. Si sono succeduti in testa Boutsen e, dopo il ritiro di quest'ultimo, Berger. Tuttavia il pilota della McLaren è giunto soltanto in seconda posizione, dopo avere subito un sorpasso da Patrese a pochi giri dal termine. La Benetton di Nannini è arrivata in terza posizione.
Senna ha ottenuto pole e vittoria nei due gran premi successivi, Monaco e Canada. A Montecarlo il gran premio è iniziato con una bandiera rossa subito dopo il via (protagonisti Prost e Berger, poi ripartiti con la vettura di riserva), mentre in seguito in gara c'è stato un elevatissimo attrition rate, con solo sei vetture giunte al traguardo. In seconda posizione è arrivato Alesi, mentre la McLaren di Berger ha chiuso il podio. Quest'ultimo è stato penalizzato di 60 secondi sul risultato finale del GP di Montreal a causa di un jump-start ed è stato classificato in quarta posizione, per questa ragione, nonostante avesse tagliato il traguardo al primo posto. Sui gradini più bassi del podio sono saliti Piquet, al suo primo podio per la Benetton, e Mansell.
Anche al GP del Messico, due settimane dopo, Senna è stato lungamente in testa alla gara, ma si è ritirato a causa di una foratura. La Ferrari ha ottenuto una doppietta con Prost che ha vinto davanti a Mansell, mentre Berger, che era partito dalla pole position, si è classificato al terzo posto.

L'8 Luglio è accaduto qualcosa che, in apparenza, sembrava addirittura più epico di quanto si è rivelato in un secondo momento. Quel giorno si è svolto il GP di Francia a Le Castellet e, seppure quel giorno sia ricordato perché la Ferrari ha vinto il centesimo gran premio della sua storia, c'è un altro motivo per cui quell'evento meriterebbe di essere ricordato: la Leyton House ha deciso di far arrivare in fondo entrambe le vetture senza effettuare cambi gomme. Il tempo risparmiato per non avere effettuato la sosta ha fatto risalire le due vetture in prima e seconda posizione, con Ivan Capelli in testa davanti al compagno di squadra Mauricio Gugelmin. I due, però, non sono riusciti a tenere il passo della vettura che li seguiva, la Ferrari di Prost. Quest'ultimo ha superato il brasiliano, facendolo sprofondare in una pur sempre dignitosa terza posizione, ma il risultato non si è concretizzato: Gugelmin è stato costretto al ritiro da un problema al motore. Ha proseguito fino al traguardo invece Capelli, rimanendo in testa fintanto che non è stato superato da Prost quando mancavano tre giri alla bandiera a scacchi. Dopo la potenziale vittoria sfumata, ha potuto vedere almeno la gloria della seconda posizione.
A Capelli è andata peggio una settimana più tardi al GP di Gran Bretagna (occasione in cui Patrese festeggiava - purtroppo con un ritiro - il 200esimo gran premio della sua carriera): anche stavolta si è ritrovato virtualmente a podio, ma è stato costretto al ritiro mentre si trovava in terza posizione. Prost ha vinto davanti a Boutsen e Senna. Quest'ultimo ha vinto dalla pole position il successivo GP di Germania a Hockenheim, dopo essersi ritrovato per diversi giri in seconda posizione dietro a Nannini che, in stile Leyton House, prevedeva di disputare tutta la gara senza fare cambi gomme e che, in tale maniera, ha recuperato posizioni. Non è comunque riuscito a mantenere la prima posizione e ha chiuso la gara al secondo posto.

Il 12 Agosto, al GP d'Ungheria, le Williams sono partite dalla prima fila. Boutsen, che partiva dalla pole, ha mantenuto la prima posizione per tutta la gara, ottenendo la sua unica vittoria stagionale, nonché la seconda vittoria stagionale per la Williams dopo quella di Imola diversi mesi prima.
Patrese, invece, ha chiuso giù dal podio, dietro a Senna (che verso la fine della gara era molto vicino a Boutsen) e a Piquet. Al GP del Belgio, due settimane più tardi, ci sono state due bandiere rosse a inizio gara e due restart. Senna, partito dalla pole position, ha vinto davanti a Prost e a Berger. Tutto ciò, con la sola differenza che di bandiera rossa ce n'è stata solo una, è accaduto anche al successivo GP d'Italia. A Monza la gara è stata redflaggata al secondo giro, non al via, a causa di uno schianto di Warwick, che è anche cappottato.
Al Gran Premio del Portogallo, il 23 Settembre, le Ferrari partivano dalla prima fila, ma sono partite male, venendo superate da diverse vetture. Mansell è riuscito in seguito a ritornare in testa, mentre Prost è rimasto relegato in terza posizione dietro alla McLaren di Senna e si trovava ancora in quella posizione quando la gara è stata sospesa anzitempo per un incidente di Caffi. Siccome il 75% della distanza totale era già stato completato, la gara non è ripresa.
Una settimana dopo è stato disputato il Gran Premio di Spagna, nelle cui prove libere Martin Donnelly è stato protagonista di un terribile incidente nel quale, dopo essersi ribaltato contro le barriere, è stato sbalzato fuori dalla vettura, rimanendo gravemente ferito e sopravvivendo quasi per miracolo. Nelle ultime due gare stagionali il suo posto alla Lotus sarebbe stato preso da Johnny Herbert. In gara, a Jerez de la Frontera, la Ferrari ha ottenuto la seconda doppietta della stagione in quanto Prost ha vinto davanti a Mansell.
Sul gradino più basso del podio è salito Nannini, in quella che sarebbe stata la sua ultima apparizione in Formula 1: prima del GP del Giappone, infatti, ha riportato gravi ferite in un incidente avvenuto su un elicottero.

Il 21 Ottobre è stato disputato il GP del Giappone, determinante per l'assegnazione del titolo mondiale. A quel punto della stagione, infatti, Senna aveva nove punti di vantaggio su Prost e soltanto con una vittoria il francese poteva rimanere in lotta per il campionato fino al gran premio finale ad Adelaide. Quello che è accaduto è uno degli eventi considerati più iconici della stagione: i due si sono ritrovati out al via per un incidente innescato da Senna. Quello che è accaduto in seguito, purtroppo, non è considerato affatto iconico, nonostante la Benetton abbia ottenuto una storica doppietta: Piquet ha ottenuto la prima vittoria con i colori della Benetton, mentre Moreno, che aveva preso il posto di Nannini senza lasciare un sedile vacante alla Eurobrun in quanto la Eurobrun era appena fallita, ha ottenuto una seconda posizione. Anche questo, tuttavia, non è l'evento più iconico del GP di Suzuka: in terza posizione, a bordo di una Larrousse, si è infatti classificato il giapponese Aguri Suzuki. Mai un pilota giapponese era salito sul podio di una gara di Formula 1 e mai la Larrousse aveva ottenuto un podio.
Il 4 Novembre, al GP d'Australia, dopo il ritiro di Senna quando si trovava in prima posizione, si sono ritrovati Piquet e Mansell a lottare per la vittoria. L'ha spuntata il brasiliano ottenendo la seconda vittoria consecutiva con i colori della Benetton. Questa volta sui gradini più bassi del podio c'erano Mansell e Prost, invece che piloti pittoreschi come Moreno e Suzuki. Certe cose, purtroppo, accadono molto di rado, per non dire una sola volta. Però, quando succedono, purtroppo hanno la tendenza ad avvenire in situazioni in cui nessuno ci fa caso!

Presumo che nessuno abbia fatto caso nemmeno al fatto che, a fine anno, la Larrousse sia stata squalificata dalla sola classifica costruttori come penalità per avere (volontariamente o accidentalmente non è chiaro) spacciato il proprio telaio come costruito in proprio, quando in realtà era costruito dalla Lola. Fortunatamente i risultati dei piloti sono rimasti intaccati e Suzuki ha conservato il suo eroico terzo posto.
Parlando di cose serie (non che ritrovarsi dalla sesta all'ultima posizione della classifica costruttori, per la Larrousse, non sia stata una cosa seria), Senna ha vinto il titolo piloti con 78 punti contro i 71 di Prost, mentre la McLaren ha vinto il titolo costruttori con 121 punti, mentre la Ferrari si è classificata seconda con 110.
Curiosità: il GP conclusivo della stagione 1990 è stato il 500esimo gran premio di Formula 1 della storia.

EDIT 2022 - potete trovare le cronache dei gran premi della stagione ai seguenti link (per il Giappone ci sono due diversi post, uno scritto nel 2016 sul solo evento del 1990, uno scritto nel 2022 insieme alle edizioni 1988 e 1989):


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Milly Sunshine